Un omaggio alla storia della Repubblica Romana del 1849 e del suo lascito per le generazioni successive, un impegno che fu sentito dai Costituenti del '49 non solo come chiamata alla modernizzazione della società romana del tempo ma anche e soprattutto come spinta morale verso un'universalità di principi capaci di travalicare l'esperienza dell'illuminato governo di quei giorni per spingersi con lungimiranza verso il futuro.
L'importante eredità morale del '49 - l'invenzione di una democrazia codificata per legge - è analizzata attraverso gli articoli della sua Costituzione e la lettura di brani dei suoi protagonisti, che sono a loro volta accompagnati da un percorso parallelo in musica che spazia dai canti dei primi anni dell’Ottocento sino a giungere alla metà del Novecento.

SINOSSI
Dopo che l’Assemblea Costituente della Repubblica Romana aveva approvato sin dal 30 giugno 1849 di cessare una difesa di Roma divenuta ormai impossibile, il 3 luglio 1849 viene pubblicamente promulgata  sulla piazza del Campidoglio la Costituzione votata all’unanimità dall’assemblea il precedente 1 luglio.

Nella stessa ora in cui le truppe francesi prendono possesso di Porta del Popolo, Giuseppe Galletti, Presidente di quell’Assemblea, legge ad alta voce, nel silenzio della folla accorsa, gli articoli della Costituzione.

Ed è forse questa, al di là della memoria e il mito degli atti di eroismo, l’esempio e l’epica di una guerra fatta allo straniero (Les Italiens ne se battent pas), la principale eredità morale dell’esperienza della Repubblica Romana: l’invenzione ufficiale di una democrazia italiana codificata per legge.

Attraverso la lettura degli articoli di quella Costituzione e delle testimonianze dei protagonisti di quella stagione, con lo speciale contributo del coro Inni e Canti di Lotta - che ci condurrà nel sentimento dell’epoca attraverso un percorso musicale che si spinge sino al secolo scorso -  emergerà la consapevolezza che quei costituenti ebbero della modernità dei principi affermati, che rispondevano sì alle nuove tendenze e ai nuovi bisogni della società romana dell’epoca ma che si proiettano sino ai nostri giorni per l’universalità del messaggio in essi contenuto.

Perché, come ebbe a dire il relatore Aurelio Saliceti quando presentò all’assemblea il progetto di Costituzione:
Lanciate le vostre leggi al popolo nel fragore della battaglia, come il Legislatore del Sinai dava le tavole al popolo suo nel fragore della procella; e la nostra Costituzione repubblicana, sigillata dal sangue de’ martiri che la Francia repubblicana ci uccise, sarà eterna come legge di Dio.