Sepolcro di largo Talamo
Il monumento di Largo Talamo è un sepolcro del I secolo d.C. trovato nel 1935 in un cantiere per la costruzione di fognature all’angolo tra via dello Scalo S. Lorenzo e via dei Sardi, a circa 5 metri di profondità.
Il monumento era posto lungo l’antica via Collatina, che iniziava a Porta Tiburtina e seguiva un percorso ricalcato fino al ‘900 dal Vicolo di Malabarba. Il primo tratto della via Collatina è ancora riconoscibile all’interno del quartiere di S. Lorenzo nella diagonale di Via dei Falisci – Largo degli Osci – via degli Apuli, dove i palazzi sono stati costruiti prima che fosse attuato il piano regolatore del 1909.
In origine i grandi blocchi di travertino del rivestimento racchiudevano una camera circolare di muratura in opera reticolata. Sul basamento quadrato, con lato di 5,90 metri e altezza di 2,70, doveva elevarsi un tamburo contenente una cupola del quale si sono conservati solo un frammento di cornice e parte di una lastra scolpita a girali vegetali. Lungo la fronte stradale sono incise due iscrizioni con le dimensioni del monumento: a destra IN AGR(O) P(EDES) XX, a sinistra IN FR(ONS) P(EDES) XXXII, da leggere come: profondità 20 piedi, fronte 32 piedi. Quest’ultima dimensione comprendeva un atrio in muratura che ospitava una scala di fianco all’ingresso. Sotto le tabelle inscritte corre una panchina decorata con fasce terminanti in zampe di leone.
La camera è stata trovata completamente interrata. L’interro e la demolizione del tamburo furono causati da un netto cambiamento del livello stradale avvenuto nel III secolo d.C. La parete interna era divisa in quarti dai pilastri alternati con 4 rientranze nelle quali si trovava un sedile continuo. I pilastri erano rivestiti d’intonaco bianco con profili rossi, mentre le rientranze avevano il fondo rosso scompartito da nastri formanti grandi rombi. La fascia superiore era composta da una serie di motivi floreali sporgenti da un nastro a quadratini con un punto al centro. Al centro delle rientranze si trovavano nicchie contenenti due olle funerarie e uno scheletro.
Tra gli oggetti recuperati nello scavo spicca una piccola ara con un’iscrizione dedicatoria della famiglia Pomponia, probabilmente proprietaria del sepolcro. L’edificio ha una forma tipica del I secolo d.C. e i ritrovamenti indicano che è stato in uso almeno fino all’inizio del III secolo.
Il 19 luglio del 1943 il sepolcro fu colpito nel bombardamento di S. Lorenzo e nel dopoguerra fu rimontato, sebbene molto danneggiato, nella forma in cui lo vediamo oggi.
Tel. 060608 (tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00)
Temporanemente chiuso
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