Statua detta del Pasquino
La statua del cosiddetto Pasquino raffigura un torso mutilo appartenente ad un gruppo marmoreo raffigurante Menelao col corpo di Patroclo della prima età ellenistica (III sec. a.C.).
Sembra che in origine la statua, ritrovata nel 1501 in seguito a degli scavi, ornasse lo Stadio di Domiziano, ossia l’attuale Piazza Navona e che nello stesso anno fu collocata nella sede attuale dal Cardinale Oliviero Carafa.
Quella del Pasquino è la più celebre statua parlante di Roma, divenuta nei secoli una figura caratteristica della città ed espressione del potere della parola del popolo. Infatti, ai piedi della statua, ma più spesso al collo, venivano appesi cartelli contenenti versi satirici, diretti a beffeggiare importanti personaggi pubblici. Rappresentano le cosiddette pasquinate che esprimevano il malumore popolare nei confronti del potere e dell’arroganza dei suoi rappresentanti.
Si conoscono varie repliche del prototipo originario e, la versione più rispondente al modello iniziale, sembra essere quella dell'Università di Lipsia. Fra le copie antiche, la più conosciuta è di sicuro quella proveniente da scavi romani del XVI secolo ed esposta nella Loggia dei Lanzi a Firenze. Sempre nel capoluogo toscano è presente un'altra variante dello stesso soggetto, nella collezione di Palazzo Pitti. Una bella replica della testa di Menelao è conservata ai Musei Vaticani.