Fontana in piazza Santa Maria in Trastevere
Documentata nel 1471 nella pianta di Roma di Pietro il Massaio, la fontana in piazza S. Maria in Trastevere presentava in origine una tipologia molto diffusa nel Quattrocento, con due catini di diversa grandezza che s’innalzavano al centro di una vasca poligonale.
Tale forma, con alcune varianti, si è mantenuta fino ai nostri giorni, nonostante la fontana sia stata oggetto di numerosi interventi.
Autori: Carlo Fontana.
Datazione: 1692, 1873.
Materiali: marmo, travertino, bronzo.
Il primo restauro fu voluto da Giovanni di Valenza, cardinale del titolo di Santa Maria in Trastevere, durante il pontificato di Alessandro VI Borgia (1492-1503). In questa occasione fu abolito il secondo catino e furono aggiunte delle bocche a forma di testa di lupo attorno al catino rimasto. Nel 1604 si ha notizia di un altro intervento realizzato da Girolamo Rainaldi (1570-1655), probabilmente a seguito dell’arrivo in Trastevere dell’acqua Felice.
All’epoca di papa Alessandro VII Chigi (1655-1667) la fontana venne spostata al centro della piazza e fu dotata di una maggiore quantità d’acqua proveniente dal rinnovato acquedotto Traiano-Paolo. I lavori furono affidati a Gian Lorenzo Bernini (1598-1680) che intervenne sulla vasca ottagona posta alla base. Sulle specchiature della vasca venne scolpito lo stemma di Alessandro VII e l’iscrizione commemorativa e al di sopra delle specchiature stesse vennero inserite quattro doppie conchiglie.
Nel 1692 Innocenzo XII Pignatelli (1691-1700) trasformò nuovamente la fontana, affidando i lavori all’architetto Carlo Fontana (1634/38-1714), che ampliò la capacità della vasca, realizzata in travertino, e sostituì le conchiglie berniniane con altre più grandi a valva eretta.
Nel 1873, infine, il Comune di Roma ricostruisce la fontana secondo il modello del 1692, utilizzando il bardiglio grigio e aggiungendo un vistoso S.P.Q.R all’esterno delle conchiglie.
L’ultimo restauro è stato realizzato nel 1984.
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