Mausoleo di Lucilio Peto
La tomba è a pianta circolare, costituita da un tamburo (circa 34 metri di diametro per una altezza di 16 metri) con il nucleo in opera cementizia, rivestito da un paramento in blocchi di travertino compreso tra due semplici comici a dentelli.
Il Mausoleo di Lucilio Peto fu scoperto nel 1887, a circa 6 metri di profondità rispetto alla quota moderna, durante i lavori per la sistemazione dell'ex Vigna Bertone.
Il monumento, pertinente all’area sepolcrale della via Salaria, è datato agli ultimi anni del I secolo a.C..
Costruita sul lato sinistro della Via Salaria a circa 500 metri dalle Mura Aureliane, la tomba si presenta a pianta circolare, costituita da un tamburo (circa 34 metri di diametro) con il nucleo in opera cementizia, realizzato in blocchi di tufo rivestiti da un paramento in travertino, compreso tra due cornici a dentelli.
La copertura era probabilmente costituita da un tumulo di terra conico che poteva raggiungere un’altezza di 16 metri.
Al centro del fronte principale, incisa su una lastra marmorea, è una iscrizione che attribuisce il mausoleo ad un facoltoso membro della Gens Lucilia: Lucilio Peto, della tribù Scaptia, tribuno militare, prefetto dei fabbri e della cavalleria, che, ancora in vita, costruì la tomba per se stesso e per la sorella Lucilia Polla.
Da un ingresso posteriore si accede all'interno del mausoleo. Un corridoio conduce alla cella sepolcrale: questa presenta una pianta cruciforme con tre nicchie nelle quali erano collocati altrettanti letti funerari.
Successivamente il mausoleo fu abbandonato ed in epoca Traianea quasi completamente interrato. Nel IV sec. d.C.i l'edificio fu riutilizzato: al tamburo esterno si addossarono una serie di piccoli sepolcri in muratura che furono ritrovati (e distrutti) durante gli scavi, mentre internamente fu trasformato. Nelle pareti del corridoio furono ricavati due ordini di loculi e fu scavata nel tufo una piccola catacomba, alla quale si accedeva tramite una scala, composta da una galleria principale, con loculi disposti su più piani e da bracci scavati ma non utilizzati.
La tomba fu saccheggiata e depredata della sua suppellettile e degli elementi marmorei già nel IV sec. ed ancora in diverse occasioni tra il XVI ed il XVII sec.
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