Statua detta di Marforio
La statua, risalente al I secolo, si trovava presso la chiesa di S. Pietro in Carcere, di fronte alla Chiesa dei Ss. Luca e Martina, dove la statua sarebbe rimasta fino al 1588.
Sisto V la fa trasferire prima in piazza S. Marco e poi sulla Piazza del Campidoglio, dove ornava una fontana eseguita su disegno di Giacomo della Porta. Papa Innocenzo X (metà XVII secolo) la fece spostare a causa dei lavori sulla piazza per l'edificazione del Palazzo Nuovo. L'intero gruppo fu poi inserito nel cortile dello stesso Palazzo Nuovo dove si trova attualmente.
La divinità, con folta capigliatura e barba, è raffigurata semisdraiata, e seminuda, con un mantello che gli ricopre parte di una spalla e le gambe. Per la mancanza di attributi specifici, per gli studiosi è sempre risultata ardua l’identificazione del possibile fiume di riferimento, a volte definito come il Reno, al Nilo, al Tevere o, più verosimilmente, Oceano.
Fa parte della serie cosiddette statue parlanti di Roma, sul corpo delle quali era tradizione affiggere pungenti e anonime satire in versi indirizzate ai personaggi in voga nei vari periodi, quale espressione del malcontento popolare nei confronti della classe più elevata che deteneva il potere e il controllo della città.