Sede Museo MACRO
L’area posta tra le vie Reggio Emilia, Nizza e Cagliari, viene acquistata dalla Società Birra Peroni il 24 novembre 1911 e l’anno successivo, sempre su progetto di Giovannoni, viene iniziata la costruzione degli edifici, oggi occupati dal MACRo, destinati a stalle e magazzini.
La società Birra Peroni inizia il suo insediamento nella’area a partire dal 1897, quando viene presentata la prima domanda per la costruzione di una fabbrica del ghiaccio, tra la piazza Principe di Napoli, via Mantova e via Bergamo.
I disegni presentati sono a firma dell’ingegnere Giuseppe Merli, facente parte del Consiglio d’Amministrazione della Società stessa. A questa prima fase segue la costruzione, nella stessa parte del lotto, dei primi corpi di fabbrica i cui progetti vengono redatti tra il 1897 ed il 1910 da Gustavo Giovannoni. L’area dell’intero complesso si estendeva dall’attuale piazza Alessandria sulla quale si affacciava un piccolo chalet di legno destinato alla degustazione della birra, sino alla attuale via Reggio Emilia.
Successivamente, nel 1920, lungo il fronte di via Cagliari viene realizzato un edificio destinato a ricovero per carri, su progetto di Alfredo Palopoli, che firmerà anche l’ampliamento del complesso su via Via Nizza con un manufatto destinato a ghiacciaia e magazzini. Lo stesso architetto, insieme all’ingegnere Gualtiero Canali firmerà nel 1928 la sopraelevazione del fabbricato su via Reggio Emilia e il progetto di costruzione di un nuovo capannone sulla stessa strada.
Nel 1971 la Società Birra Peroni cessa la produzione all’interno di questo stabilimento, i cui manufatti vengono abbandonati. Tra il 1978 ed il 1982 viene varato un Piano di Recupero del complesso con il quale viene previsto che la Società Birra Peroni cede gratuitamente al Comune una parte del complesso i cui immobili verranno destinati a servizi di quartiere, mentre la parte del complesso che rimane in proprietà alla Società verrà ristrutturata con la prescrizione di realizzare 12.000 metri quadrati destinati a parcheggi.
Il Comune di Roma prende possesso degli edifici tra Via Reggio Emilia, Via Cagliari e Via Nizza con verbale del 7 novembre 1984 Edificio tra Via Reggio Emilia, Via Cagliari e Via Nizza.
Nel 1986 l’area tra le attuali piazza Alessandria, via Mantova e via Bergamo rimasta in proprietà alla Società Birra Peroni viene restaurata e trasformata in uffici per la nuova sede direzionale della Società. Il progetto di restauro prevede la Restituzione cromatica delle facciate e il resturo degli elementi decorativi.
La parte del complesso passata in proprietà al Comune di Roma viene restaurata tra il 1996 ed il 1999 con l’adeguamento alla nuova funzione di Museo di Arte Contemporanea. Con questi lavori viene compiuto il recupero del fronte principale su via Reggio Emilia, viene realizzato il consolidamento delle strutture portanti, il rifacimento delle coperture, vengono ridefinite le bucature sui fronti interni, viene realizzata una completa ridefinizione della distribuzione.
Nel 2000 vengono demoliti alcuni edifici di servizio tra via Nizza e via Cagliari e viene bandito un concorso internazionale per l'ampliamento del Museo di Arte Moderna e Contemporanea del Comune di Roma vinto dal gruppo guidato dall'architetto francese Odile Decq.
Odile Decq ha studiato architettura a Parigi dove si è laureata nel 1978. Nel 1988 Odile Decq con Benoît Cornette, vince il concorso per la sede del Centro amministrativo e sociale della Banque Populaire de l'Ouest Armorique a Rennes, progetto che le vale numerosi riconoscimenti internazionali e premi. Realizza, poi, sempre con Cornette, architetture fortemente dinamiche di derivazione "high tech", tra le quali il porto di Osaka in Giappone, il Centro di ricerca Saint Gobain a Parigi e il MACRO di Roma, quest'ultimo con la collaborazione anche di Burkhard Morass
L’architettura di Odile Decq, vincitrice nel 2001 del concorso internazionale bandito dal Comune di Roma per l'Ampliamento del Macro, Museo d’Arte Contemporanea Roma, è frutto di un progetto che trasgredisce l’approccio tradizionale di integrazione tra vecchio e nuovo in un contesto di carattere storico; la nuova ala si inserisce, infatti, nell’edificio già esistente, ridefinendo l’intera morfologia e percezione del Museo.
Le forme dinamiche e sinuose della nuova struttura, perfettamente integrate nel contesto precedente, creano un paesaggio sensuale e luminoso in cui i diversi linguaggi del contemporaneo trovano il loro spazio naturale.
L’entrata del Museo, collocata all'angolo tra via Nizza e via Cagliari, segna l’ingresso di un’architettura dell’arte, un intero isolato caratterizzato da una superficie espositiva di 4.350 mq, cui si aggiungono le nuove aree dedicate ai servizi e al pubblico: la grande terrazza, la sala conferenze, la libreria, il ristorante, la caffetteria, il parcheggio e l’area didattica, per raggiungere una superficie complessiva di 19.590 mq, incluso il parcheggio multipiano interrato di 161 posti auto, utilizzabile anche dai residenti del quartiere.