Nuovo Museo dell'Ara Pacis
Il progetto per il nuovo complesso museale dell'Ara Pacis è stato redatto da Richard Meier & Partners Architects, studio statunitense a cui si devono alcuni dei più notevoli musei della seconda metà del Novecento. Inaugurato il giorno del Natale di Roma (21 aprile) 2006.
L'edificio tra la via di Ripetta ed il Lungotevere in Augusta, viene realizzato tra il 2003 ed il 2006 con la funzione di protezione dell'Ara Pacis Augustae, celeberrimo monumento di età augustea collocato in questo luogo nel 1937 quando l'ara, estratta dalla sua collocazione originaria in piazza S. Lorenzo in Lucina, venne restaurata e rimontata. In origine, a sua protezione, fu realizzato un padiglione in cemento armato e vetro, progettato da Vittorio Morpurgo, e costruito dalla Ditta Vasselli.
Nel 2003, dopo gli interventi di restauro compiuti sul monumento, si constatò che il padiglione esistente era origine di una serie di problemi di conservazione a causa della grande escursione termica che vi si creava e dell'effetto serra causato dalle grandi superfici vetrate. Venne, quindi, deciso di sostituirlo con una struttura più adatta.
Dopo un acceso dibattito sia sulla stampa che in ambito specialistico, il progetto architettonico venne affidato all'architetto americano Richard Meyer, e la sua cantierizzazione e realizzazione venne affidata alla Maire Tecnimont.
La nuova "teca" è costituita da un edificio di forma longitudinale, con andamento nord-sud, costruito in cemento armato, dalle forme e volumetrie razionaliste, suddiviso in tre sezioni con forma e funzioni differenziate. La prima, verso il ponte Cavour, caratterizzata da superfici opache finite ad intonaco bianco, contiene al livello del Lungotevere, l'atrio d'ingresso con la biglietteria e il bookshop; il suo prospetto verso il lungotevere è caratterizzato da un poderoso muro in blocchi di travertino a spacco di cava.
La seconda, trasparente, caratterizzata dalle grandi superfici in metallo e lastre di vetro temprato e filtrante di grandi dimensioni, è stata progettata per essere permeabile all'ambiente esterno, permette la massima visibilità del monumento augusteo. Le lastre di vetro sono realizzate con due strati di 12 mm ciscuno, separati da una intercapedine di gas argon, e sono rivestite da uno strato di ioni di metallo nobile per il filtraggio dei raggi luminosi, inoltre, un sofisticato sistema di climatizzazione ne stabilizza la temperatura ed evita pericolosi fenomeni di condensazione.
Il terzo settore, sempre opaco, contiene gli uffici, i servizi, la sala conferenze su due livelli. Nella copertura della “teca” dell’ara si apre una serie di lucernai per permettere la migliore illuminazione del monumento.
La differenza di quota tra il livello della via di Ripetta e quello del Lungotevere ha consentire di ricavare, alla quota della strada, una serie di spazi aggiuntivi destinati alla musealizzazione di elementi marmorei dell'ara, non collocati durante la ricostruzione del 1937, e uno spazio espositivo per mostre temporanee.
La climatizzazione di tutti gli ambienti è garantita da sofisticati sistemi di riscaldamento e/o raffreddamento realizzati con pannelli radianti e quindi non visibili all'esterno. Il salone dell'ara è servito, inoltre da un sofisticato impianto che consente la circolazione dell'aria e ne garantisce l'adeguato filtraggio anche in condizioni di sovraffollamento.
Le grandi superfici vetrate, che durante le ore diurne permettono l'ingresso della luce, durante le ore di buio, al contrario, fanno fuoriuscire la luce artificiale interna, rendono labile la definizione di interno/esterno, e fanno dell'edificio un elemento di attrazione visiva per un largo tratto. La luce, quindi diventa un ulteriore materiale della composizione. La progettazione di tale componente è stata affidata a Giovanni Caprotti, come esperto della luce in spazi espositivi.
La sistemazione esterna ha contemplato la realizzazione, sul lato sud, di un'ampia e comoda scalinata in travertino che dalla quota della via Ripetta giunge a quella del Lungotevere con un articolato piazzale, quasi un podio sopraelevato, sul quale si apre l’ingresso. Ai piedi della scalinata, verso il ponte Cavour è collocata una fontana a vasca con zampilli e canali di scorrimento per il convogliamento delle acque.