Le mura di Aureliano e di Onorio
Tra il 270 ed il 275 d.C. l'imperatore Aureliano avviò la costruzione di una nuova cinta muraria che tenesse conto dell’espansione urbanistica della città e fosse adeguata a difendere Roma dall’invasione di popolazioni barbariche che premevano lungo i confini dell’impero.
Lungo il tracciato della fortificazione, che si sviluppava per circa 19 km, vennero realizzate porte in corrispondenza degli assi stradali preesistenti. Nella scelta del percorso da seguire si tenne conto di fattori topografici e strategici, in considerazione della morfologia dei luoghi e della presenza di edifici più antichi.
Le mura di Aureliano raggiungevano un'altezza di circa 6,50 metri e uno spessore di 3,50 metri con un cammino di ronda scoperto alla sommità riparato da un muro con merli alti 0,60 metri, posti ogni 3 metri. Massicce torri quadrate, fornite di una camera coperta utilizzata per la postazione delle macchine belliche e di una terrazza scoperta raggiungibile per mezzo di scale, scandivano il tracciato ogni 30 metri. La tecnica edilizia utilizzata fu l’opera laterizia con materiali recuperati e tegole spezzate.
Tra il 401 e il 403 d. C. l’imperatore Onorio avviò un generale rifacimento delle mura. L’intera struttura difensiva fu rinforzata, innalzando di un piano sia i camminamenti che le torri. Il precedente cammino di ronda fu trasformato in una galleria a volta, sopra la quale fu creato un altro camminamento scoperto e protetto da un muro merlato. Nelle torri fu realizzata, al posto della terrazza della fase precedente, una seconda camera di manovra per le macchine belliche, coperta da un tetto a quattro falde.