Cappella Reginald Pole
La piccola cappella situata su via Appia Antica, al di sotto dell'attuale piano stradale nei pressi del bivio con via della Caffarella, venne eretta intorno al 1536 dal prelato inglese Reginald Pole (1500-1558), eminente personaggio della Controriforma, nominato cardinale del titolo dei Santi Nereo e Achilleo.
L'erezione della cappella, intitolata a San Pietro, è stata messa in relazione con lo scampato attentato subito dal Pole: questi, infatti, contrario alla riforma anglicana, sfuggì proprio in questo punto ai sicari del re d’Inghilterra Enrico VIII. Probabilmente venne innalzata in questo luogo, prossimo al Domine Quo Vadis, perché legato all’apostolo Pietro, al cui culto l’inglese era devoto.
La cappella richiama il modello dei sepolcri romani a tempietto: ha una forma circolare, coperta a cupola, con manto di rivestimento in coppi e tegole, sormontata da una croce metallica. La struttura dell'edificio è in muratura mista (tufo e laterizio) finita ad intonaco. È decorata da otto paraste in laterizio con basi e capitelli dorici, realizzati in peperino, i quali sorreggono una trabeazione formata da un'alta cornice realizzata in laterizio. Presenta in alto quattro aperture circolari, delle quali due risultano chiuse, e due porte di accesso situate una in direzione della strada e l’altra sull’asse ortogonale alla prima. La porta rivolta verso la città è caratterizzata da un portale con stipiti ed architrave in travertino. All’interno si trova un piccolo altare e l’intera superficie risulta decorata ad affresco, al momento di difficile lettura. La cupola presenta una decorazione a cerchi intrecciati. Al di sopra dell’altare era la rappresentazione dell’apparizione di Cristo a San Pietro che nel 1930 era ancora visibile, quando la descrisse Umberto Leoni: «…un piccolo altare denudato, al di sopra del quale c'è un quadro scrostato e assai brutto. Delle tre figure quella a sinistra è Gesù, a destra San Pietro in atto d'inginocchiarsi, e dietro a questo un altro personaggio con un libro, probabilmente San Paolo».
L’edificio venne restaurato già nel 1570 a spese dell'Ospizio degli Inglesi; mentre nel secolo successivo, ormai in stato di abbandono, fu fatto restaurare dal cardinal Barberini. Un ulteriore intervento di restauro conservativo è previsto nell’ambito del programma di interventi PNRR – Caput Mundi.