Acquedotto di Via Turati
L’acquedotto proviene dalla zona di Porta Tiburtina e si dirige verso l’area di Piazza Vittorio e dei cosiddetti Trofei di Mario.
Presenti sulla rettilinea di via Turati fino a piazza Pepe, i resti, formati da sei archi, di un antico acquedotto costruito (o ricostruito) agli inizi del III secolo d.C. con lo scopo di rifornire la grande fontana che l’imperatore Alessandro Severo aveva fatto costruire nella zona definita tra Via Tiburtina e Via Prenestina.
Nelle adiacenze esterne della Porta Esquilina, e in particolare, nell’area verde creata dopo la demolizione dell’edificio della ex-Centrale del Latte.
Le arcate sono realizzate in laterizio e probabilmente erano posate, così come sembra dal confronto con antichi disegni dell’area, su un altro ordine di archi che permettevano di oltrepassare la minuta valle presente in questa zona. Tradizionalmente questa diramazione viene connessa all’Aqua Iulia, anche se recenti ricerche hanno portato gli studiosi a ipotizzare che l’alimentazione provenisse invece da un altro acquedotto, presente a quota più alta, e riconducibile all’Aqua Claudia o all’Anio Novus, ambedue presenti nella zona dell’adiacente Porta Maggiore.